Ritorno alla vita nel ritmo delle acque (un’apprezzabile pubblicazione Unesco ma per l’Italia è un’occasione mancata)

Le crisi globali della biodiversità e della diversità culturale sono interdipendenti, soprattutto nei fiumi. Mentre sappiamo che l’84% della fauna d’acqua dolce è scomparsa tra il 1970 e il 2014, la perdita di diversità culturale connessa al fiume e alla sua pianura alluvionale (ad esempio, collegamenti spirituali, forme d’uso tradizionali, architettura adattata, ecc.) è ancora sconosciuta. Questo libro fa un primo tentativo di affrontare le diversità biologiche e culturali nel loro complesso, descrivendo le diversità bio-culturali, le relazioni storiche uomo-fiume, le minacce ed esempi pratici di come mitigare la crisi nei paesaggi fluviali. Più di 120 autori presentano studi interdisciplinari sui sistemi fluviali di tutto il mondo ed esplorano questioni generali sulla gestione dei fiumi nell’Antropocene. Le società moderne reintegrano sempre più il fiume nel loro stile di vita, spinte dai movimenti dei cittadini e/o dai governi. Professionisti e scienziati in pianificazione paesaggistica e urbana, ecologisti, sociologi, ONG e governi sono invitati a diffondere gli esempi positivi qui presentati , per documentare il proprio lavoro e per contribuire a una vita più armoniosa e pacifica nei paesaggi fluviali.

Peccato che ancora una volta l’Italia abbia mancato l’opportunità di far conoscere l’immane sforzo delle comunità dei fiumi per l’attivazione dei processi di democrazia partecipativa dei Contratti di Fiume, che spesso vengono mortificati e profanati da burocrati sciatti e insipienti.

La pubblicazione può essere scaricata gratuitamente, clickando sul seguente link:

https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000382775