Cos’è un Contratto di Fiume?
Il Contratto di Fiume è la sottoscrizione di un accordo che permette di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale” (definizione del 2° World Water Forum).
Il prof. Massimo Bastiani (coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume) ama definire il Contratto di Fiume nel modo seguente: un processo di democrazia partecipativa finalizzato al miglioramento delle componenti ambientali dei fiumi e del territorio e al contrasto degli effetti della crisi climatica e della biodiversità. Tale definizione è diventata di uso comune presso numerose comunità di fiume.
Con la promozione di un Contratto di Fiume si intende attuare il passaggio da politiche di tutela dell’ambiente a più ampie politiche di gestione delle risorse paesistico – ambientali, agendo in molteplici settori:
- protezione e tutela degli ambienti naturali;
- tutela delle acque;
- difesa del suolo;
- protezione dal pericolo idraulico;
- tutela delle bellezze naturali.
Il Contratto di Fiume, può aiutare a costruire “dal basso” in forma incrementale, a partire da specifici contesti vallivi, il passaggio da politiche settoriali di mitigazione del pericolo idraulico e inquinologico a politiche integrate di rigenerazione ecologica, di fruizione sociale e paesistica del sistema fluviale. I Contratti di Fiume costituiscono una particolare “famiglia” dei processi partecipativi in quanto consentono la sperimentazione di forme interscalari o multilivello di attivazione degli attori locali.
Definizioni e Requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume
Nel Marzo 2015 Ministero dell’Ambiente, Ispra e Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume licenziarono un documento intitolato Definizioni e Requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume.
I criteri qualitativi di base sono distinti in 2 gruppi:
1) Requisiti di finalità e coerenza dei CdF, sono finalizzati a chiarire le relazioni tra i CdF e le normative ambientali, con particolare riferimento alla direttiva quadro sulle acque (Direttiva 2000/60/CE), ai relativi obiettivi, alle direttive figlie, e i Piani e programmi esistenti sul territorio;
2) Requisiti di impostazione di un Contratto di Fiume, invece, riguardano le fasi ritenute essenziali per l’articolazione di un CdF.
Un processo di qualità deve prevedere:
- il coinvolgimento di tutti coloro che abbiano titolo o interesse riguardo il fiume, la sua tutela e lo sviluppo del territorio;
- che tutti abbiano la possibilità di portare il proprio contributo e che tutti i contributi vengano riconosciuti e valutati allo stesso modo con un processo partecipativo chiaro, ben strutturato e ben gestito;
- continuità, costanza e concretezza del percorso;
- trasparenza delle informazioni, sia in fase di stesura del piano d’azione, che man mano che viene messo in pratica e si conseguono gli obiettivi prefissati;
- tempi certi;
- ruoli definiti (organismi e struttura del percorso);
- il sostegno della Regione (sono strumenti volontari ma occorre impiegare risorse per farli partire e avviare iter concreti).
Rispetto alla partecipazione è fondamentale tenere presente che:
- occorre garantirla fin dall’inizio: è determinante l’analisi iniziale di tutti i soggetti presenti sul territorio da coinvolgere nel percorso;
- la partecipazione è un diritto ma anche un onere, ognuno ha un ruolo fondamentale;
- la partecipazione non è condivisione di elaborati o decisioni già assunte;
- non si sa dove un processo partecipativo reale possa condurre, per questo va condotto bene e con regole chiare;
- non bisogna arrivare con idee o posizioni già predeterminate;
- saper partecipare vuol dire soprattutto saper ascoltare.
In merito al riconoscimento (vale a dire la garanzia di operatività dei processi) si è sottolineata l’importanza di:
- coinvolgimento economico (es. partnership pubblico-privato): il motore economico è importante per far andare avanti il processo;
- restituire un senso di comunità, che accresce la responsabilità verso un bene comune;
- riconoscere e condividere il Piano d’Azione da parte dei soggetti deputati a gestire e intervenire sui fiumi, anche per individuare gli interventi a cui destinare i fondi;
- coerenza: i Contratti di fiume sono un impegno volontario importante, ma quando si decide di metterli in campo vanno portati avanti in maniera corretta, consapevoli di dovere accettare decisioni e risultati.