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E’ stata convocata per Domenica 15 Dicembre l’elezione per il rinnovo degli organi direttivi dei Consorzi di Bonifica del Veneto.
La comunità dei fiumi e il Forum Veneto per i Contratti di Fiume ribadiscono quanto già dedotto nel passato, in occasione di analoghi appuntamenti elettorali.
“La gestione dei consorzi di bonifica e delle altre autorità competenti per la sicurezza idraulica e territoriale è oggi inadeguata”.
Riteniamo che l’ordinamento consortile sia “ormai deficitario non per incompetenza tecnica, ma perché è ormai cambiato il rapporto fra campagna e aree edificate, fra settore agricolo e insediativo urbano e manifatturiero”.
“Serve un nuovo patto fra campagna e città, un nuovo patto che riconosca meglio anche la rappresentanza degli interessi fra due mondi (urbano e rurale), riconoscendo che gran parte dei mali idraulici del territorio sono originati dalla informe crescita delle metropoli e delle aree edificate sottratte ai suoli agricoli, ma anche dalla fretta e voglia che molti agricoltori hanno di trasformare i loro terreni in edificabili.”
Secondo il Forum l’esperienza dei Consorzi di Bonifica dimostra inadeguatezza nella rappresentanza delle istanze ambientali, sociali e politiche del territorio e le elezioni per rinnovare le assemblee sono una “prova lampante”.
L’assemblea dei Consorzi di Bonifica è generalmente composta da 20 consiglieri, dei quali:
- sette consiglieri sono eletti dai contribuenti di fascia 1 (circa l’85% dei contribuenti, sostanzialmente i proprietari di edifici);
- sei sono eletti dai contribuenti di fascia 2 (circa il 13% dei contribuenti, i medi proprietari terrieri);
- i rimanenti sette sono eletti dai contribuenti di fascia 3 (circa il 2% dei contribuenti, i latifondisti).
Sommati insieme, il numero degli aventi diritto rappresenta circa il 45 % della popolazione adulta (con più di 18 anni).
“Le modalità elettive evidenziano che il principio di rappresentanza dei Consorzi di Bonifica è anacronistico, pregiudizievole, antidemocratico.
Anacronistico perché non è eticamente corretto che un latifondista di fascia 3 abbia un potere elettivo pari a 41 volte quello di un elettore di fascia 1.
Pregiudizievole perché nel principio si stabilisce di tutelare la proprietà e non il cittadino, quindi non si tutela la sicurezza dell’ambiente ma l’incolumità del bene di cui è proprietario.
Ed è antidemocratico perché la democrazia nasce come laboratorio di governo che estende il diritto di cittadinanza a chi non possiede: invece allo stato attuale chi non possiede (circa il 55 % degli abitanti adulti) non è rappresentato nell’Assemblea del Consorzio di Bonifica, eppure anche questi cittadini avrebbero diritto a vivere in un territorio sano e sicuro.”
“Ecco perché è importante sostenere i Contratti di Fiume: perché sono processi di democrazia diretta finalizzati alla gestione sostenibile dei fiumi e del loro territorio”.