Il Forum Veneto dei Contratti di Fiume sta partecipando ad un viaggio della memoria ad Amsterdam, consultando le testimonianze e visitando i luoghi della persecuzione contro le persone di religione ebraica, oppositori politici, sinti e rom, i memoriali della Shoah, la casa di Anna Frank, riflettendo sulla pagina più dolorosa e abominevole della storia dell’Europa.
E’ un percorso di approfondimento sulle ragioni di un impegno civico per la libertà, la democrazia, l’antifascismo, che vanno declinate nell’esperienza quotidiana.
Una delle esperienze di magnificazione dell’impegno civico, cui il Forum ha aderito, è la partecipazione ai processi di democrazia partecipativa dei Contratti di Fiume, che rappresentano piccoli strumenti per la democratizzazione della democrazia, finalizzati al miglioramento delle componenti ambientali di beni collettivi, quali sono i fiumi.
Prerogative del fascismo sono la violenza, la coercizione, il totalitarismo, la negazione degli organi di rappresentanza e di mediazione democratica, il rapporto diretto fra dittatore e popolo, il populismo, la soppressione della possibilità di espressione del libero pensiero, la discriminazione delle minoranze, il razzismo.
Al contrario i Contratti di Fiume si configurano come processi di democrazia partecipativa, con una propria architettura funzionale e una precisa distinzione dei ruoli, aspetti definiti nel documento Requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume.
Se realizzati con rigore, i Contratti di Fiume sono tutt’altro che una manifestazione di populismo: ogni ente è un portatore d’interesse; ogni soggetto può partecipare alle attività, che si succedono secondo fasi codificate; i CdF sono processi dotati di una struttura di coordinamento tecnico distinta e imparziale rispetto al ruolo degli stakeholder (portatori d’interesse) e si concludono con un Programma d’Azione, un paniere di azioni per il miglioramento delle componenti ambientali dei fiumi.
Nei Contratti di Fiume del Veneto (e, in particolare, dal 2019, nel percorso del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre) sono stati disattesi sistematicamente i Requisiti Qualitativi di Base dei Contratti di Fiume.
1) Il Programma d’Azione, anche quando è stato sottoscritto (e ciò è avvenuto raramente: singolare il caso del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre, che ha sprecato l’opportunità di sottoscrivere unitariamente il Programma d’Azione a Marzo 2019), le azioni non sono mai state portate in esecuzione.
2) Il partenariato si è ovunque dileguato: dispersi i Consorzi di Bonifica, i Comuni, Arpav, Università di Padova e molte associazioni, che non hanno nemmeno sottoscritto il Programma d’Azione.
Il Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre ha visto l’allontanamento del Consorzio di Bonifica Piave (che da solo assume il 75 % delle competenze sugli aspetti della sicurezza idraulica e degli aspetti ambientali dei corsi d’acqua), dei Comuni di Carbonera, di Meolo (il Comune di San Biagio di Callalta c’è?), della associazioni Opencanoe Openmind, Oblique, dell’Università di Padova e così via.
3) Sovente si constata la coincidenza fra il ruolo politico di alcuni portatori di interesse e il ruolo tecnico: un’identità di ruoli che svilisce la natura del processo partecipativo e viola i Requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume.
Il ruolo tecnico (che, fra l’altro, dovrebbe offrire garanzia di competenza) e quello politico dovrebbero esser distinti. O si è arbitro o si è giocatore: non si può esser contemporaneamente arbitro e giocatore. Il ruolo del coordinamento tecnico imparziale è del tutto assente dal 2019 nel Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre.
4) Da un punto di vista metodologico, i soggetti attuatori hanno impresso una svolta autocratica (autoritaria e dispotica), con un balzo involutivo dalla metodologia EDD (Engage Deliberate Decide) alla DAD (Decide Announce Defend), con il rischio, già concretizzato, che la DAD scadesse nella metodologia “DADA” (dove l’ultima A sta per Abandon).
ESPORTARE ED IMPORRE LA DEMOCRATURA CON LA FORZA
Quando, raramente, siamo in grado di compiere un processo di astrazione dalla cronaca, per entrare nel flusso della storia, e guardiamo ai tragici conflitti del recente passato e a quelli che sono ancora in corso, dovremmo riuscire a ricavare una menoma lezione:
LA DEMOCRAZIA NON SI PUO’ IMPORRE CON LA FORZA.
Ma quando c’è, la democrazia può e deve essere difesa.
5) Nel 2019, quando era il momento di sottoscrivere il Programma d’Azione con il partenariato al completo, Legambiente e i Comuni di Breda, Monastier, Roncade, non hanno difeso il processo di democrazia partecipativa e non hanno sottoscritto il Programma d’Azione, che comprendeva oltre 70 azioni per un valore di 53 milioni €.
6) Oggi, dopo 5 anni, gli stessi soggetti vogliono imporre la democrazia con la forza, convocando un’Assemblea di Fiume in un periodo che precede il rinnovo di alcune amministrazioni locali (è manifesto l’intento di speculazione e strumentalizzazione elettorale), sbagliando per l’ennesima volta.
7) Si arriva al ridicolo con l’invio di un pretoriano dal Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, l’Uomo di Musil (no, non c’è alcun riferimento geografico: ci si riferisce in questo caso ad una celebre opera dello scrittore austriaco Robert Musil).
8) L’invio del pretoriano dal Tavolo Nazionale, l’Uomo di Musil, chiamato a commissariare uno dei processi devastati dalle ingerenze dei soggetti politici negli aspetti tecnici, è un’ulteriore ingerenza nel processo partecipativo e pone una questione di più ampio respiro: la necessità del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume di emanciparsi da una conduzione solipsistica.
Prima o dopo le forme di gestione solipsistiche capitolano: è quindi auspicabile l’attivazione di un percorso di debastianizzazione, che, nel caso del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre, deve declinarsi anche come debestializzazione, cioè l’esorcizzazione della ferinità introdotta nel processo, con la coartazione della democratura di Legambiente e dei Comuni relitti.
Legambiente ha sbagliato tutti i tempi: sbagliò allora, nel 2019, non sostenendo il processo, quando doveva essere sottoscritto il Programma d’Azione; sbaglia oggi nella forzatura del processo in periodo pre-elettorale.
Ci sono alcuni aspetti di merito, che vanno portati comunque nel dibattito.
Il Comune di Roncade è il soggetto capofila del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre. L’Amministrazione Comunale di Roncade ha testé approvato il progetto di insediamento del polo logistico Amazon, un’area produttiva di 230.000 m² collocata all’interno del cosiddetto bacino delle Prese, appena a monte dell’abitato di Meolo.
Da circa 15 anni è stato reso pubblico un dossier sul pericolo idraulico a Meolo, con alcune considerazioni relative all’aumento della pericolosità, cagionata dall’impermeabilizzazione del bacino delle Prese (si veda, in merito, il documento “Dossier pericolo idraulico a Meolo” sul seguente link:
https://www.ideaingegneria.com/wp-content/uploads/2023/12/0277_R01_00_dossier_pericolo_idraulico_Meolo-1.pdf ).
Il progetto è stato approvato con un percorso tortuoso, che ha procurato qualche imbarazzo all’Amministrazione comunale di Roncade (si legga, in merito, il documento “Amazon, che baraonda” sul seguente link:
https://roncade.it/2024/02/05/amazon-che-baraonda ).
L’insediamento del polo logistico di Amazon, voluto dal Comune di Roncade (soggetto capofila del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre), con impatti sull’integrità ambientale e sul regime dei deflussi della rete idraulica minore e minuta di valle, è compatibile con gli obbiettivi strategici del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre?
Infine si ricorda che il marchio denominativo “Contratto di Fiume ®” è regolarmente depositato presso l’Unione Italiana Brevetti e Marchi: molti soggetti abusano del marchio Contratto di Fiume e continuano a disattendere i Requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume.
LASCIATEMI ESSERE ME STESSA