FACCIAMO I CONTRATTI DI FIUME … NONOSTANTE LA GESTIONE DISASTROSA DEI SOGGETTI ATTUATORI

Nei nostri territori del Veneto i processi di democrazia partecipativa relativi alla programmazione e alla gestione dei territori fluviali si sono arrestati da almeno cinque anni.
Sono stati vanificati anni di lavoro partecipato, di condivisione delle conoscenze, degli obbiettivi strategici e di proposte progettuali, per tutelare e valorizzare i fiumi Piave, Brenta, Meolo, Vallio, Musestre, Marzenego, Melma, Nerbon, …
I Contratti di Fiume non sono progrediti secondo quanto previsto dai Requisiti qualitativi di base e non vengono portati in esecuzione i Programmi d’Azione.
Invitiamo le comunità locali e tutti i soggetti sostenitori dei processi a riflettere e ad unirsi, affinché le attività vengano riprese ed i Contratti siano sottoscritti, le azioni portate in esecuzione.

Purtroppo molti dei soggetti capofila non sembrano più interessati a concludere i percorsi attivati e disattendono i Requisiti qualitativi previsti dal Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, da Ispra e dal Ministero dell’Ambiente.
Nei casi migliori i processi dei Contratti di Fiume sono diventati dei simulacri vuoti e sterili, una sorta di attività di GREENWASHING, foglie di fico, per coprire le impudicizie e le inadeguatezze tecniche e scientifiche.
Nonostante ciò, … lanciamo un appello affinché i Contratti di Fiume vengano riattivati e portati in esecuzione.
Ciascuno di noi contatti le associazioni e le istituzioni che avevano aderito al percorso partecipativo e, prescindendo dalle inadeguatezze tecniche, metodologiche, dalle esitazioni dei soggetti politici, concorra alla costituzione di un percorso nuovo, per portare in esecuzione il Programma d’Azione del Contratto di Fiume, un importante atto strategico, la cui realizzazione rappresenta un vantaggio per le comunità locali: un vantaggio da un punto di vista ambientale per tutto il territorio fluviale e, in particolare, in termini di qualità della acque, di naturalità e difesa idraulica.