LA RADICE IDENTITARIA DEL VENETO E’ SEPOLTA NEL DEGRADO AMBIENTALE

C’era una volta il Veneto, eccellenza del paesaggio, fisico e umano, il cui emblema si identificava con Palladio: nome oggi associato a pizzerie, profumerie, scuole guida, rosticcerie, parrucchieri, idraulici, take away, tutto tranne che all’ambiente. C’era una volta e rischia di esserci sempre meno.

Al suo posto emerge una regione implacabilmente condannata dai grandi numeri di processi degenerativi: dall’inquinamento alla cementificazione, dal dissesto idrogeologico alla congestione della mobilità.

Con puntuale connessione alla delinquenza organizzata: questa è l’area italiana con la più elevata presenza di ecomafie, segnala il Centro ricerche sulla criminalità della Cattolica di Milano.

L’ennesima inchiesta sul traffico illecito di rifiuti, fresca di cronaca, lo conferma.

Il modello socioeconomico e politico della Lega ha tralignato dalla salvaguardia dei contesti territoriali in cui la società veneta ha potuto riprodursi nel tempo e prosperare. Si tratta di un elemento essenziale: il riferimento all’ambiente è parte integrante dell’identità di questa porzione di mondo.

La svalutazione del lavoro e dell’ambiente è un parametro che certifica il degrado civile, sociale, culturale della comunità veneta e la predispone ad accogliere fenomeni sempre più gravi di illegalità collegata anche alla criminalità organizzata.